SOVRAINDEBITAMENTO – LE NUOVE PROCEDURE DEL C.C.I.I. – LA RISTRUTTURAZIONE DEI DEBITI DEL CONSUMATORE (Artt. 65-66 e Artt. 67-73)

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Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza

Titolo I – Disposizioni generali (artt. 1-11)
Titolo II – Procedure di allerta e di composizione assistita della crisi (artt. 12-25)
Titolo III – Procedure di regolazione della crisi e dell’insolvenza (artt. 26-55)
Titolo IV – Strumenti di regolazione della crisi (artt. 56-120)
Titolo V – Liquidazione giudiziale (artt. 121-283)
Titolo VI – Disposizioni relative ai gruppi di imprese (artt. 284-292)
Titolo VII – Liquidazione coatta amministrativa (artt. 293-316)
Titolo VIII – Liquidazione giudiziale e misure cautelari penali (artt. 317-321)
Titolo IX – Disposizioni penali (artt. 322-347)
Titolo X – Disposizioni per l’attuazione del codice della crisi e dell’insolvenza, norme di coordinamento e disciplina transitoria (artt. 348-374)

testo aggiornato a DECRETO LEGISLATIVO 13 settembre 2024 , n. 136. Disposizioni integrative e correttive al codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza di cui al decreto legislativo del 12 gennaio 2019, n. 14 – articoli modificati titolo in rosso

Capo II – Procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento
Sezione I – Disposizioni di carattere generale
Art. 65 Ambito di applicazione delle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento
1. I debitori di cui all’articolo 2, comma 1, lettera c) possono proporre soluzioni della crisi da sovraindebitamento secondo le norme del presente capo o del titolo V, capo IX.
2. Si applicano, per quanto non specificamente previsto dalle disposizioni del presente capo, le disposizioni del titolo III, ad eccezione dell’articolo 44, in quanto compatibili.
3. I compiti del commissario giudiziale o del liquidatore nominati nelle procedure di cui al comma 1 sono svolti dall’OCC. La nomina dell’attestatore e’ sempre facoltativa.
4. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 26 OTTOBRE 2020, N. 147
4-bis. Ai fini della redazione delle relazioni da allegare alla domanda gli OCC possono accedere ai dati contenuti nell’anagrafe tributaria, compresa la sezione prevista dall’articolo 7, sesto comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 605, nei sistemi di informazioni creditizie, nelle centrali rischi e nelle altre banche dati pubbliche, ivi compreso l’archivio centrale informatizzato di cui all’articolo 30-ter, comma 2, del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, nel rispetto delle disposizioni contenute nel codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e del codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti, approvato dal Garante per la protezione dei dati personali ai sensi dell’articolo 20 del decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101.
Art. 66 Procedure familiari
1. I membri della stessa famiglia possono presentare un’unica domanda di accesso ad una delle procedure di cui all’articolo 65, comma 1, quando sono conviventi o quando il sovraindebitamento ha un’origine comune. Quando uno dei debitori non è un consumatore, non si applicano le disposizioni della sezione II del presente capo, ad eccezione dell’articolo 67, comma 5. La domanda di apertura della liquidazione controllata può essere proposta anche se uno o più debitori si trovano nelle condizioni previste dall’articolo 283, se per almeno uno di essi sussistono i presupposti di cui all’articolo 268, comma 3, quarto periodo.
2. Ai fini del comma 1, oltre al coniuge, si considerano membri della stessa famiglia i parenti entro il quarto grado e gli affini entro il secondo, nonche’ le parti dell’unione civile e i conviventi di fatto di cui alla legge 20 maggio 2016, n.76.
3. Le masse attive e passive rimangono distinte.
4. Nel caso in cui siano presentate piu’ richieste di risoluzione della crisi da sovraindebitamento riguardanti membri della stessa famiglia, il giudice adotta i necessari provvedimenti per assicurarne il coordinamento. La competenza appartiene al giudice adito per primo.
5. La liquidazione del compenso dovuto all’organismo di composizione della crisi e’ ripartita tra i membri della famiglia in misura proporzionale all’entita’ dell’attivo di ciascuno.
Capo II – Procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento
Sezione II – Ristrutturazione dei debiti del consumatore
Art. 67 Procedura di ristrutturazione dei debiti
1. Il consumatore sovraindebitato, con l’ausilio dell’OCC, puo’ proporre ai creditori un piano di ristrutturazione dei debiti che indichi in modo specifico tempi e modalita’ per superare la crisi da sovraindebitamento. La proposta ha contenuto libero e puo’ prevedere il soddisfacimento, anche parziale e differenziato, dei crediti in qualsiasi forma.
2. La domanda e’ corredata dell’elenco:
a) di tutti i creditori, con l’indicazione delle somme dovute e delle cause di prelazione;
b) della consistenza e della composizione del patrimonio;
c) degli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione compiuti negli ultimi cinque anni;
d) delle dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni;
e) degli stipendi, delle pensioni, dei salari e di tutte le altre entrate del debitore e del suo nucleo familiare, con l’indicazione di quanto occorre al mantenimento della sua famiglia.
3. La proposta puo’ prevedere anche la falcidia e la ristrutturazione dei debiti derivanti da contratti di finanziamento con cessione del quinto dello stipendio, del trattamento di fine rapporto o della pensione e dalle operazioni di prestito su pegno, salvo quanto previsto dal comma 4.
4. E’ possibile prevedere che i crediti muniti di privilegio, pegno o ipoteca possano essere soddisfatti non integralmente, allorche’ ne sia assicurato il pagamento in misura non inferiore a quella realizzabile, in ragione della collocazione preferenziale sul ricavato in caso di liquidazione, dei beni e dei diritti oggetto della causa di prelazione, come attestato dall’OCC. La proposta può prevedere, per i crediti di cui al primo periodo, una moratoria fino a due anni dall’omologazione per il pagamento e sono dovuti gli interessi legali.
5. E’ possibile prevedere anche il rimborso, alla scadenza convenuta, delle rate a scadere del contratto di mutuo garantito da ipoteca iscritta sull’abitazione principale del debitore se lo stesso, alla data del deposito della domanda, ha adempiuto le proprie obbligazioni o se il giudice lo autorizza al pagamento del debito per capitale ed interessi scaduto a tale data.
6. Il procedimento si svolge dinanzi al tribunale in composizione monocratica.
Art. 68 Presentazione della domanda e attivita’ dell’OCC
1. La domanda deve essere presentata al giudice tramite un OCC costituito nel circondario del tribunale competente ai sensi dell’articolo 27, comma 2. Se nel circondario del tribunale competente non vi e’ un OCC, i compiti e le funzioni allo stesso attribuiti sono svolti da un professionista o da una societa’ tra professionisti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 358 nominati dal presidente del tribunale competente o da un giudice da lui delegato e individuati, ove possibile, tra gli iscritti all’albo dei gestori della crisi di cui al decreto del Ministro della giustizia 24 settembre 2014, n. 202. Non e’ necessaria l’assistenza di un difensore.
2. Alla domanda, deve essere allegata una relazione dell’OCC, che deve contenere:
a) l’indicazione delle cause dell’indebitamento e della diligenza impiegata dal debitore nell’assumere le obbligazioni;
b) l’esposizione delle ragioni dell’incapacita’ del debitore di adempiere le obbligazioni assunte;
c) la valutazione sulla completezza ed attendibilita’ della documentazione depositata a corredo della domanda;
d) l’indicazione presunta dei costi della procedura.
3. L’OCC, nella sua relazione, deve indicare anche se il soggetto finanziatore, ai fini della concessione del finanziamento, abbia tenuto conto del merito creditizio del debitore, valutato in relazione al suo reddito disponibile, dedotto l’importo necessario a mantenere un dignitoso tenore di vita. A tal fine si ritiene idonea una quantificazione non inferiore all’ammontare dell’assegno sociale moltiplicato per un parametro corrispondente al numero dei componenti il nucleo familiare della scala di equivalenza dell’ISEE di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 dicembre 2013, n. 159.
4. L’OCC, entro sette giorni dall’avvenuto conferimento dell’incarico da parte del debitore, ne da’ notizia all’agente della riscossione e agli uffici fiscali, anche degli enti locali, competenti sulla base dell’ultimo domicilio fiscale dell’istante, i quali entro quindici giorni debbono comunicare il debito tributario accertato e gli eventuali accertamenti pendenti.
5. Il deposito della domanda sospende, ai soli effetti del concorso, il corso degli interessi convenzionali o legali fino alla chiusura della procedura, a meno che i crediti non siano garantiti da ipoteca, da pegno o privilegio, salvo quanto previsto dagli articoli 2749, 2788 e 2855, commi secondo e terzo, del codice civile.
Art. 69 Condizioni soggettive ostative
1. Il consumatore non puo’ accedere alla procedura disciplinata in questa sezione se e’ gia’ stato esdebitato nei cinque anni precedenti la domanda o ha gia’ beneficiato dell’esdebitazione per due volte, ovvero ha determinato la situazione di sovraindebitamento con colpa grave, malafede o frode.
2. Il creditore che ha colpevolmente determinato la situazione di indebitamento o il suo aggravamento o che ha violato i principi di cui all’articolo 124-bis del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, non puo’ presentare opposizione o reclamo in sede di omologa per contestare la convenienza della proposta.
Art. 70 Omologazione del piano
1. Il giudice, se ricorrono le condizioni di ammissibilità, dispone con decreto che la proposta e il piano siano pubblicati in apposita area del sito web del tribunale o del Ministero della giustizia e che ne sia data comunicazione entro trenta giorni, a cura dell’OCC, a tutti i creditori. Il giudice può concedere al debitore un termine non superiore a quindici giorni per apportare integrazioni al piano e produrre nuovi documenti. Se non ricorrono le condizioni di ammissibilità provvede con decreto motivato reclamabile nel termine di trenta giorni dalla comunicazione dinanzi al tribunale, il quale provvede in camera di consiglio con decreto motivato. Nel giudizio di reclamo la proposta e il piano non possono essere modificati e si applicano le disposizioni di cui agli articoli 737 e 738 del codice di procedura civile. In caso di accoglimento del reclamo il tribunale rimette gli atti al giudice per l’adozione dei provvedimenti conseguenti.
2. Ricevuta la comunicazione di cui al comma 1, primo periodo, il creditore deve comunicare all’OCC un indirizzo di posta elettronica certificata ai sensi dell’articolo 10, commi 1 e 2. Si applica l’articolo 10, comma 3.
3. Nei venti giorni successivi alla comunicazione ogni creditore puo’ presentare osservazioni, inviandole all’indirizzo di posta elettronica certificata dell’OCC, indicato nella comunicazione.
4. Con il decreto di cui al comma 1, primo periodo, il giudice, su istanza del debitore, puo’ disporre la sospensione dei procedimenti di esecuzione forzata che potrebbero pregiudicare la fattibilita’ del piano. Il giudice, su istanza del debitore, puo’ altresi’ disporre il divieto di azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del consumatore nonche’ le altre misure idonee a conservare l’integrita’ del patrimonio fino alla conclusione del procedimento. Con il medesimo decreto il giudice può disporre il divieto di compiere atti eccedenti l’ordinaria amministrazione se non preventivamente autorizzati.
5. Le misure protettive sono revocabili su istanza dei creditori, o anche d’ufficio, in caso di atti in frode. Il giudice, salvo che l’istanza di revoca non sia palesemente inammissibile o manifestamente infondata, sente le parti, anche mediante scambio di memorie scritte, e provvede con decreto.
6. Entro i dieci giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 3, l’OCC, sentito il debitore, riferisce al giudice e propone le modifiche al piano che ritiene necessarie.
7. Il giudice, verificata l’ammissibilità e la fattibilità del piano, risolta ogni contestazione, omologa il piano con sentenza con la quale dichiara chiusa la procedura disponendone, ove necessario, la trascrizione a cura dell’OCC. Quando uno dei creditori o qualunque altro interessato, con le osservazioni di cui al comma 3, contesta la convenienza della proposta, il giudice omologa il piano se ritiene che il credito dell’opponente può essere soddisfatto dall’esecuzione del piano in misura non inferiore a quella realizzabile in caso di liquidazione controllata.
8. La sentenza che provvede sull’omologazione e’ comunicata ai creditori ed e’ pubblicata entro i due giorni successivi a norma del comma 1. La sentenza e’ impugnabile ai sensi dell’articolo 51.
9. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 13 SETTEMBRE 2024, N. 136 (testo precedente: Quando uno dei creditori o qualunque altro interessato, con le osservazioni di cui al comma 3, contesta la convenienza della proposta, il giudice omologa il piano se ritiene che comunque il credito dell’opponente possa essere soddisfatto dall’esecuzione del piano in misura non inferiore all’alternativa liquidatoria.)
10. In caso di diniego dell’omologazione, il giudice dichiara l’inefficacia delle misure protettive accordate.
11. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 13 SETTEMBRE 2024, N. 136 (testo precedente: Nei casi di frode l’istanza di cui al comma 10, secondo periodo, puo’ essere presentata anche da un creditore o dal pubblico ministero.)
12. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 13 SETTEMBRE 2024, N. 136 (testo precedente: Contro il decreto di cui al comma 10, e’ ammesso reclamo ai sensi dell’articolo 50.)
Art. 71 Esecuzione del piano
1. Il debitore e’ tenuto a compiere ogni atto necessario a dare esecuzione al piano omologato. L’OCC vigila sull’esatto adempimento del piano, risolve le eventuali difficolta’ e le sottopone al giudice, se necessario. Alle vendite e alle cessioni, se previste dal piano, provvede il debitore tramite procedure competitive, anche avvalendosi di soggetti specializzati, sotto il controllo e con la collaborazione dell’OCC, sulla base di stime condivise con il predetto organismo, assicurando, con adeguate forme di pubblicita’, la massima informazione e partecipazione degli interessati. Ogni sei mesi, l’OCC riferisce al giudice per iscritto sullo stato dell’esecuzione.
2. Il giudice, sentito l’OCC e verificata la conformita’ dell’atto dispositivo al piano, autorizza lo svincolo delle somme e ordina la cancellazione delle iscrizioni relative ai diritti di prelazione, della trascrizione dei pignoramenti, dei sequestri conservativi nonche’ di ogni altro vincolo, ivi compresa la trascrizione della sentenza effettuata ai sensi dell’articolo 70, comma 7.
3. I pagamenti e gli atti dispositivi dei beni posti in essere in violazione del piano sono inefficaci rispetto ai creditori anteriori al momento in cui e’ stata eseguita la pubblicita’ di cui all’articolo 70, comma 1.
4. Terminata l’esecuzione, l’OCC, sentito il debitore, presenta al giudice una relazione finale. Il giudice, se il piano è stato integralmente e correttamente eseguito, procede alla liquidazione del compenso all’OCC, che è determinato ai sensi del decreto del Ministro della giustizia del 24 settembre 2014, n. 202, e tenuto conto di quanto eventualmente convenuto dall’organismo con il debitore, e ne autorizza il pagamento. In caso di esecuzione di un progetto di ripartizione parziale il giudice può accordare all’OCC un acconto sul compenso.
5. Quando il piano non e’ stato integralmente e correttamente eseguito, il giudice indica gli atti necessari per l’esecuzione del piano ed un termine per il loro compimento. Se le prescrizioni non sono adempiute nel termine, anche prorogato, il giudice revoca l’omologazione, osservate, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’articolo 72. Nelle ipotesi di cui al primo e secondo periodo il compenso dell’OCC è liquidato dal giudice tenuto conto dell’attività svolta.
6. Nella liquidazione del compenso il giudice tiene conto della diligenza dell’OCC.
Art. 72 Revoca della sentenza di omologazione
1. Il giudice revoca l’omologazione o su istanza di un creditore, dell’OCC, del pubblico ministero o di qualsiasi altro interessato, quando e’ stato dolosamente o con colpa grave aumentato o diminuito il passivo, ovvero sottratta o dissimulata una parte rilevante dell’attivo ovvero dolosamente simulate attivita’ inesistenti o se risultano commessi altri atti diretti a frodare le ragioni dei creditori.
2. Il giudice provvede allo stesso modo in caso di inadempimento degli obblighi previsti nel piano o qualora questo sia divenuto inattuabile e non sia possibile modificarlo.
3. COMMA ABROGATO DAL D.LGS. 13 SETTEMBRE 2024, N. 136 (testo precedente: L’OCC e’ tenuto a segnalare al giudice ogni fatto rilevante ai fini della revoca dell’omologazione.)
4. La domanda di revoca non puo’ essere proposta decorsi sei mesi dalla presentazione della relazione finale.
5. Sulla domanda il giudice sentite le parti, provvede con sentenza reclamabile ai sensi dell’articolo 51.
6. La revoca dell’omologazione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi in buona fede.
Art. 73 Apertura della liquidazione controllata dopo la revoca dell’omologazione
1. Dopo la revoca dell’omologazione il tribunale, su istanza del debitore o di un creditore e verificata la sussistenza dei presupposti di cui agli articoli 268 e 269, provvede ai sensi dell’articolo 270.
2. Se la revoca consegue ad atti di frode o ad inadempimento, l’istanza di cui al comma 1 puo’ essere proposta dal pubblico ministero.
3. Nell’ipotesi di cui al comma 1, il giudice concede termine al debitore per l’integrazione della documentazione e provvede ai sensi dell’articolo 270.

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